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L'origine dei meteoriti

 Benvenuti sul nostro blog! Oggi parleremo di un argomento affascinante e misterioso: le meteoriti. Che cosa sono esattamente? Come si sono formate? E da dove provengono? Scopriamolo insieme!

le meteoriti. Che cosa sono esattamente?


Una fetta del meteorite Esquel Questo tipo di meteorite proviene dal confine nucleo-mantello di un antico planetoide che fu fatto a pezzi miliardi di anni fa. Il metallo è il materiale del nucleo di ferro/nichel e i cristalli sono peridoto dall'area del mantello. 

Di Doug Bowman - originally posted to Flickr as Esquel, CC BY 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=4195965

Le meteoriti sono frammenti di roccia provenienti dallo spazio, che raggiungono la superficie terrestre dopo essere sopravvissute alla discesa nell'atmosfera. Questi oggetti provenienti dallo spazio sono spesso associati ai meteoroidi, che sono piccoli corpi celesti che orbitano intorno al sole e che possono variare dalle dimensioni di un granello di sabbia a quelle di un'auto. Quando un meteoroidi entra nell'atmosfera terrestre, inizia a bruciare a causa dell'attrito con l'aria, creando così quello che comunemente chiamiamo una stella cadente.


Ma come si formano le meteoriti? Ci sono diverse teorie al riguardo, ma la più accettata è quella della frammentazione di asteroidi o di comete. Gli asteroidi sono corpi celesti rocciosi che orbitano intorno al sole, mentre le comete sono costituite principalmente da ghiaccio e polveri. Durante le collisioni o l'interazione gravitazionale con altri corpi celesti, questi oggetti possono frammentarsi e dare origine a meteoriti.


Da dove provengono le meteoriti? Le meteoriti possono provenire da diverse fonti. Alcune di esse provengono dalla fascia principale degli asteroidi, una regione tra Marte e Giove, dove si trovano la maggior parte degli asteroidi del nostro sistema solare. Altre invece possono provenire dalla fascia di Kuiper, situata oltre l'orbita di Nettuno, o dal disco di detriti lasciato dai passaggi delle comete.


L'importanza delle meteoriti non risiede solo nel loro aspetto affascinante, ma anche nel fatto che possono fornire importanti informazioni sul nostro sistema solare. Le meteoriti contengono tracce di materiali primitivi che risalgono alla formazione del sistema solare stesso, avvenuta circa 4,6 miliardi di anni fa. Lo studio di queste rocce spaziali ci ha permesso di comprendere meglio la composizione chimica dei pianeti, le condizioni in cui si sono formate e persino l'origine della vita sulla Terra.


Meteor Crater, le meteoriti Canyon Diablo sono ciò che rimane del piccolo asteroide che scavò questo cratere.

Di D. Roddy, U.S. Geological Survey - http://www.solarviews.com/cap/earth/meteor.htm, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=119214

, le meteoriti sono affascinanti e misteriose. Si formano a seguito delle frammentazioni di asteroidi o comete durante il loro passaggio attraverso l'atmosfera terrestre. Questi frammenti rocciosi o metallici possono variare in dimensioni, da piccoli granelli di polvere a rocce di diverse tonnellate. Quando entrano nell'atmosfera, subiscono un'intensa pressione e riscaldamento a causa dell'attrito con l'aria, che può causare la loro vaporizzazione parziale o completa. Questo processo crea le cosiddette "stelle cadenti" che possiamo osservare durante le notti stellate.


Le meteoriti possono essere classificate in base alla loro composizione chimica e alla struttura interna. Le più comuni sono le chondriti, che sono costituite principalmente da silicati e contengono piccole inclusioni di minerali e metalli. Altre tipologie di meteoriti includono le achondriti, che sono prive di queste inclusioni, e le sideriti, che sono principalmente composte da ferro e nichel.


Meteorite Alvord, un'ottaedrite: sono visibili  figure di Widmanstätten

Di Jim H. - Flickr: Alvord, CC BY-SA 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=15786668

Lo studio delle meteoriti è di grande importanza per comprendere le condizioni in cui si è formata la vita sulla Terra. Infatti, si ritiene che le meteoriti possano essere state portatrici di molecole organiche e di acqua, elementi essenziali per lo sviluppo della vita. Analizzando la composizione chimica delle meteoriti è possibile studiare l'origine e l'evoluzione del sistema solare, nonché cercare indizi sulla presenza di vita in altre parti dell'universo.


Le meteoriti possono anche fornire informazioni sulle condizioni in cui si sono formate. Ad esempio, alcune meteoriti contengono isotopi radioattivi che si sono formati in supernove, esplosioni stellari molto energetiche. Questo suggerisce che queste meteoriti si sono formate in una regione di formazione stellare e sono state poi espulse nello spazio. Altre meteoriti possono contenere tracce di processi di fusione o di impatto, che possono fornire informazioni sulle collisioni che hanno avuto luogo nel sistema solare primitivo.


Hoba, il singolo frammento di meteorite più grande mai trovato

Di Mike - originally posted to Flickr as The Hoba Meteorite near Grootfontein, CC BY 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=4196019

L'origine delle meteoriti è ancora oggetto di studio e dibattito scientifico. Si ritiene che la maggior parte delle meteoriti provenga dalla fascia di asteroidi, una regione del sistema solare compresa tra Marte e Giove. Tuttavia, alcune meteoriti sembrano provenire dalla Luna o da Marte, poiché contengono isotopi che sono simili a quelli trovati su questi corpi celesti. Queste meteoriti sono probabilmente il risultato di impatti



Esplorando i misteri delle meteoriti: tesori dallo spazio


Benvenuti nel mio blog dedicato alle meteoriti, i misteriosi visitatori provenienti dallo spazio che ogni anno ci regalano uno spettacolo straordinario. Siete pronti a immergervi in un viaggio affascinante alla scoperta di questi tesori extraterrestri? Allora accomodatevi e preparatevi ad esplorare un universo di meraviglie!


Sai che la maggior parte delle meteoriti si disintegra nell'atmosfera terrestre, rendendo l'impatto con la superficie una rarità? Ogni anno, circa 500 rocce delle dimensioni di una palla da baseball o più si avventurano nel nostro cielo, ma solo poche di esse riescono a superare l'arduo percorso e a raggiungere la terraferma. Ecco perché è così speciale recuperare una di queste meraviglie cosmiche.



Credits: NASA, ESA

Ma dove vanno a finire le altre meteoriti? Gran parte di esse cade negli oceani o in zone remote dove il terreno rende difficile il loro recupero. Immagina quanti segreti incredibili si celano nelle profondità del nostro vasto oceano! Eppure, nonostante gli sforzi umani per trovare e studiare queste gemme spaziali, solo una piccola percentuale viene recuperata ogni anno.


Le meteoriti più grandi, invece, possono colpire il suolo con una forza considerevole, formando così un cratere da impatto. Questi crateri possono essere semplici o complessi, a seconda di diversi fattori come la grandezza, la composizione, il livello di frammentazione e l'angolo d'impatto della meteora. Immagina lo spettacolo che si è svolto milioni di anni fa quando una di queste gigantesche meteore ha plasmato la superficie terrestre!


Ma non dobbiamo dimenticare i potenziali pericoli che una grande meteora può comportare. La forza di una collisione di proporzioni epiche può causare disastri di grande entità. Nel corso della storia, sono stati registrati danni a proprietà, bestiame e persino persone. Un evento noto come l'incidente di Tunguska è stato attribuito a un'esplosione di una meteora composta principalmente di ghiaccio, che si è vaporizzata a causa del calore generato dall'attraversamento atmosferico.


Immagina un gruppo di scienziati, seduti in una stanza buia e affollata di monitor lampeggianti. Sono i guardiani degli oggetti che si avvicinano alla Terra, i custodi del nostro pianeta. Questo è il Centro per lo Studio degli Oggetti Vicini alla Terra (CNEOS), un laboratorio gestito dalla NASA presso il Jet Propulsion Laboratory. Il loro compito è quello di tenere d'occhio gli asteroidi e le comete che si avvicinano pericolosamente al nostro quartiere spaziale.








Ma cosa sono esattamente gli oggetti vicini alla Terra? Sono asteroidi e comete che si avventurano entro una distanza di 120 milioni di miglia (195 milioni di chilometri) dal Sole. Questo significa che possono attraversare la nostra orbita terrestre e diventare una minaccia potenziale. Ma non temere! Il CNEOS è qui per proteggerci.


La missione principale del CNEOS è caratterizzare accuratamente le orbite di tutti gli oggetti conosciuti che si avvicinano alla Terra. Utilizzando dati provenienti da telescopi spaziali e terrestri, calcolano i percorsi ellittici di questi oggetti nel modo più preciso possibile. Questo non è un compito facile, considerando che molte delle osservazioni disponibili coprono orbite che si estendono su molti anni o addirittura decenni.


Ma perché tutto questo sforzo? La risposta è semplice: proteggere il nostro pianeta. Il CNEOS collabora strettamente con l'Ufficio di coordinamento della difesa planetaria della NASA a Washington. Questo ufficio si occupa di valutare i rischi di impatto degli oggetti vicini alla Terra e sviluppare strategie per prevenire eventuali collisioni catastrofiche.

Il meteorite di ferro Murnpeowie,

Di James St. John - Flickr: Murnpeowie Meteorite, CC BY 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=15757102
Il meteorite di ferro Murnpeowie, con un peso di 2520 libbre, è stato scoperto nell'interno dell'Australia meridionale nel 1909. La sua superficie esterna è ben conservata, di colore scuro, e presenta delle affascinanti cavità superficiali chiamate regmaglypts. In genere, i meteoriti di ferro esposti sulla Terra si ossidano e arrugginiscono rapidamente. Tuttavia, data la freschezza di Murnpeowie, si stima che sia caduto sulla Terra entro cinque anni dalla sua scoperta. Questo meteorite è composto principalmente da un tipo di ferro detto ottaedrite, che è dominato da kamacite e taenite. L'analisi del campione tagliato (nella zona arancione scuro in alto a sinistra del meteorite) ha rivelato che la struttura Widmanstätten, tipica degli ottaedriti, non è ben conservata a Murnpeowie. Questo suggerisce che il meteorite abbia subito un significativo evento di riscaldamento in un momento della sua storia. (SAM Met 30A, Museo dell'Australia Meridionale, Adelaide)


Immagina solo cosa potrebbe accadere se un asteroide gigante dovesse schiantarsi sulla Terra. Sarebbe un disastro di proporzioni epiche! Ma grazie agli sforzi dei guardiani del CNEOS, possiamo dormire sonni tranquilli. Man mano che vengono effettuate sempre più osservazioni, la precisione delle orbite migliora notevolmente. Questo significa che possiamo prevedere con precisione dove si troveranno questi oggetti nel futuro, anche a distanza di anni o decenni.


È come se il CNEOS fosse un oracolo che ci svela i segreti del nostro destino cosmico. Grazie a loro, possiamo prepararci e sviluppare strategie per proteggerci da eventuali minacce provenienti dallo spazio.


Ma quali sono le possibili minacce che gli oggetti vicini alla Terra possono rappresentare? Gli asteroidi e le comete possono avere dimensioni variabili, da piccoli frammenti rocciosi a grandi massi spaziali. Se uno di questi oggetti dovesse entrare nell'atmosfera terrestre e colpire la superficie, potrebbe causare danni significativi. Anche un asteroide relativamente piccolo potrebbe generare un'energia equivalente a una bomba atomica.


Per fortuna, il CNEOS è costantemente alla ricerca di nuovi oggetti vicini alla Terra e mantiene un elenco aggiornato di quelli noti. Utilizzando sofisticati modelli di previsione, riescono a stimare con precisione le probabilità di collisione di questi oggetti con il nostro pianeta. Queste informazioni sono fondamentali per sviluppare strategie di mitigazione, come ad esempio deviare la traiettoria di un asteroide per evitare un impatto diretto.


Inoltre, il CNEOS è coinvolto nella ricerca e nello sviluppo di tecnologie innovative per la scoperta e la sorveglianza degli oggetti vicini alla Terra. Ad esempio, stanno lavorando su telescopi spaziali e terrestri più potenti che possono rilevare anche gli oggetti più piccoli e lontani. Questi strumenti avanzati consentono di ampliare la nostra conoscenza e di identificare potenziali minacce in anticipo.


In conclusione, tenere d'occhio gli oggetti vicini alla Terra è una sfida cruciale per la nostra sicurezza planetaria. Grazie al lavoro instancabile del CNEOS, possiamo dormire sonni tranquilli sapendo che stanno monitorando attentamente gli asteroidi e le comete che si avvicinano al nostro quartiere spaziale. Sono i nostri guardiani cosmici, pronti a proteggerci da eventuali collisioni catastrofiche.


Quindi, mentre noi andiamo avanti con le nostre vite quotidiane, possiamo fidarci che il CNEOS sta vigilando sui nostri cieli e assicurandosi che il nostro pianeta rimanga al sicuro.

Credito: NASA/JPL-Caltech

Il Centro per lo Studio degli Oggetti Vicini alla Terra (CNEOS) è un laboratorio gestito dalla NASA che tiene d'occhio gli asteroidi e le comete che si avvicinano pericolosamente alla Terra.







La loro missione principale è caratterizzare accuratamente le orbite di questi oggetti utilizzando dati provenienti da telescopi spaziali e terrestri. Collaborano strettamente con l'Ufficio di coordinamento della difesa planetaria della NASA per valutare i rischi di impatto e sviluppare strategie per prevenire collisioni catastrofiche. Gli asteroidi e le comete possono rappresentare una minaccia in quanto possono entrare nell'atmosfera terrestre e causare danni significativi.


Il CNEOS mantiene un elenco aggiornato di tutti gli oggetti noti e utilizza sofisticati modelli di previsione per stimare le probabilità di collisione. Sono anche impegnati nella ricerca e nello sviluppo di tecnologie innovative per la scoperta e la sorveglianza di questi oggetti.


Nel corso degli ultimi decenni, la NASA ha dedicato grande impegno allo studio degli oggetti vicini alla Terra, noti come NEO, ovvero asteroidi e comete che orbitano attorno al Sole e si trovano a una distanza inferiore a 30 milioni di miglia dall'orbita terrestre.

L'analisi dei NEO non solo contribuisce alla nostra comprensione scientifica sull'origine e la formazione del sistema solare, ma permette anche di individuare i potenziali rischi di collisione con il nostro pianeta. Per tale motivo, nel 2016 la NASA ha istituito l'Ufficio di Coordinamento della Difesa Planetaria (PDCO) al fine di gestire le diverse e in continua crescita attività dell'agenzia nel campo della "scienza planetaria applicata" alla difesa planetaria.

Studio delle tecnologie per mitigare gli impatti dei NEO con la Terra

Gli oggetti vicini alla Terra, come asteroidi e comete, possono avvicinarsi abbastanza al nostro pianeta da attraversare la sua orbita. Questi oggetti possono causare impatti con la Terra, anche se gli asteroidi più piccoli si disintegrano nell'atmosfera o causano meteoriti che raggiungono il suolo senza causare danni significativi.


Gli impatti di asteroidi più grandi, che potrebbero invece causare danni rilevanti alla superficie terrestre, sono eventi molto più rari e si verificano su scale temporali di secoli.


Nonostante la bassa probabilità di impatti dannosi, il PDCO (Programma di Difesa Planetaria e Coordination Office) finanzia studi e dimostrazioni di tecnologie per deviare gli asteroidi. Una delle missioni finanziate è la missione DART (Double Asteroid Redirection Test) della NASA. Queste ricerche e sviluppo sono finalizzati a garantire che l'umanità sia preparata nel caso in cui si presenti una reale minaccia di impatto da un asteroide.


    1. Hubble Space Telescope: Lanciato nel 1990, Hubble ha rivoluzionato l’astronomia con le sue immagini incredibilmente dettagliate dell’universo.


    2. Chandra X-ray Observatory: Questo telescopio osserva raggi X da sorgenti ad alta energia nell’universo, come resti di supernova e buchi neri.


    3. Spitzer Space Telescope: Lanciato nel 2003, Spitzer osserva l’universo nella luce infrarossa, che può rivelare oggetti nascosti nelle regioni polverose dello spazio.


    4. Kepler Space Telescope: Kepler Ã¨ stato progettato per cercare esopianeti, o pianeti al di fuori del nostro sistema solare.


    5. James Webb Space Telescope: Previsto per il lancio nel 2021, il James Webb sarà il telescopio spaziale più potente mai costruito, con l’obiettivo di osservare le prime galassie formatesi nell’universo.


    6. Fermi Gamma-ray Space Telescope: Fermi osserva l’universo nei raggi gamma, la forma di luce più energetica.


    7. Planck Space Observatory: Planck è stato progettato per studiare la radiazione cosmica di fondo, la luce più antica dell’universo.


    8. Herschel Space Observatory: Herschel ha osservato l’universo nella luce infrarossa e sub-millimetrica, rivelando dettagli nascosti delle regioni di formazione stellare.


    9. Gaia Space Observatory: Gaia sta mappando le posizioni e le velocità di un miliardo di stelle nella nostra Galassia, la Via Lattea.


    10. Swift Gamma-Ray Burst Mission: Swift è progettato per rilevare e studiare le esplosioni di raggi gamma, alcuni dei fenomeni più potenti dell’universo.

TESS: Questo telescopio spaziale della NASA, per l'esplorazione, un invito a scrutare oltre i confini conosciuti.


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