Ma perché l'Hubble è così importante? Beh, ci sono diverse ragioni. Innanzitutto, grazie al suo specchio di 2,4 metri di diametro e ai suoi cinque strumenti principali, l'Hubble è in grado di osservare l'universo nel vicino ultravioletto, nel visibile e nel vicino infrarosso. Questa vasta gamma di lunghezze d'onda ci consente di studiare oggetti celesti che altrimenti sarebbero invisibili.
In secondo luogo, l'orbita esterna del telescopio, al di fuori dell'atmosfera terrestre, ci offre immagini a risoluzione estremamente elevata. Senza la distorsione causata dall'atmosfera, l'Hubble ci mostra dettagli incredibili di galassie, stelle e pianeti lontani. È come se ci trovassimo di fronte a una finestra aperta sull'universo.
Inoltre, l'Hubble ci ha permesso di fare importanti scoperte scientifiche.
Ma non è tutto. L'Hubble ha anche ispirato generazioni di scienziati, astronomi e appassionati di spazio. Le sue immagini spettacolari ci hanno mostrato la bellezza e la grandiosità dell'universo, suscitando meraviglia e curiosità in tutti noi. Ci ha fatto sentire piccoli e insignificanti, ma anche parte di qualcosa di straordinario.
Quindi, se sei affascinato dall'universo e dalla sua infinita vastità, non puoi ignorare l'Hubble. È un simbolo della nostra sete di conoscenza e della nostra volontà di esplorare l'ignoto. È un testimone silenzioso
Introduzione:
Cari lettori, oggi voglio parlarvi di uno strumento straordinario che ci ha permesso di fare incredibili scoperte nell'universo: il telescopio spaziale Hubble. Lanciato nel lontano 1990, l'Hubble è ancora operativo e continua a stupirci con le sue immagini mozzafiato e le ricerche scientifiche che ci permettono di conoscere meglio l'universo in cui viviamo.
Un gigante tra i telescopi spaziali
L'Hubble è uno dei più grandi e versatili telescopi spaziali mai costruiti. Con uno specchio di 2,4 metri di diametro e cinque strumenti principali, questo strumento ci permette di osservare nell'ultravioletto, nel visibile e nel vicino infrarosso. Grazie alla sua posizione in orbita terrestre bassa, al di fuori dell'atmosfera distorta, l'Hubble ci regala immagini a una risoluzione estremamente elevata e con un disturbo molto inferiore rispetto ai telescopi a Terra.Un Grande Osservatorio della NASA
L'Hubble fa parte dei Grandi Osservatori della NASA, un gruppo selezionato di telescopi spaziali che ci permettono di studiare l'universo in diverse lunghezze d'onda. Oltre all'Hubble, fanno parte di questo gruppo il Compton Gamma Ray Observatory, il Chandra X-ray Observatory e il Telescopio spaziale Spitzer.Scoperte mozzafiato:
Negli anni, l'Hubble ci ha regalato immagini spettacolari di galassie, nebulose e altre strutture cosmiche. Abbiamo potuto ammirare le colorate nebulose di gas e polveri, le galassie
Il telescopio spaziale Hubble: una finestra sul cosmo
Di NASA Marshall Space Flight Center - NASA Marshall Space Flight Center Collection (NIX MSFC-7995584), Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=1900102
Levigatura dello specchio primario dell'Hubble alla Perkin-Elmer, marzo 1979
oggi vogliamo parlarvi di un'incredibile impresa umana che ha rivoluzionato la nostra comprensione dell'universo: il telescopio spaziale Hubble.
Partiamo dal principio: una volta ottenuto il via libera al progetto del telescopio, un lavoro straordinario è stato svolto da molte istituzioni. Il Marshall Space Flight Center (MSFC) è stato responsabile per il design, lo sviluppo e la costruzione del telescopio, mentre il Goddard Space Flight Center si è occupato del controllo degli strumenti scientifici e della missione. Ma andiamo avanti e scopriamo i dettagli di questa incredibile macchina!
Il MSFC ha affidato la creazione delle ottiche dell'Optical Telescope Assembly (OTA) e dei Fine Guidance Sensors alla prestigiosa azienda Perkin-Elmer. Questa scelta è stata fondamentale per garantire la massima qualità e precisione nella cattura delle immagini celesti. Dopotutto, il telescopio Hubble doveva essere in grado di scrutare le profondità dello spazio con una nitidezza mai vista prima!
Ma non è finita qui: la Lockheed è stata incaricata di costruire e integrare il veicolo che avrebbe ospitato il telescopio. Immaginatevi la complessità di questa sfida! Tutti i componenti dovevano essere progettati e costruiti con la massima precisione, in modo da garantire il funzionamento impeccabile del telescopio nello spazio.
E il risultato di questo straordinario lavoro di squadra è stato semplicemente sbalorditivo: il telescopio spaziale Hubble, lanciato nel 1990, ha aperto una finestra senza precedenti sul cosmo. Grazie alla sua posizione al di fuori dell'atmosfera terrestre, il telescopio ha potuto osservare l'universo con una chiarezza impareggiabile, permettendoci di scoprire galassie lontane, stelle in formazione e fenomeni celesti di una bellezza mozzafiato.
Le immagini catturate dal telescopio Hubble sono diventate icone della scienza e dell'astronomia, suscitando meraviglia e ammirazione in tutto il mondo. Grazie a queste immagini, abbiamo potuto comprendere meglio l'evoluzione dell'universo, studiare
Il sistema avanzato del veicolo per il telescopio spaziale Hubble: una sfida ingegneristica senza precedenti
Benvenuti lettori, oggi ci immergeremo nel mondo affascinante del telescopio spaziale Hubble e scopriremo l'incredibile sistema del veicolo che ha reso possibile la sua missione di esplorazione celeste. Preparati ad essere affascinato dalle sfide ingegneristiche che sono state affrontate per garantire il successo di questa meraviglia tecnologica.
Resistere ai cambiamenti termici estremi
Una delle sfide principali per il sistema del veicolo del telescopio Hubble era garantire la resistenza ai cambiamenti termici estremi che si verificano durante i passaggi dalla luce diretta del Sole all'oscurità dell'ombra terrestre. Queste variazioni avrebbero potuto causare significativi sbalzi termici, mettendo a rischio la stabilità e la precisione del telescopio. Tuttavia, grazie a un telo multi-strato di isolamento termico, è stato possibile mantenere una temperatura stabile all'interno del telescopio e proteggere i suoi delicati strumenti.
La protezione dello specchio e degli strumenti
Lo specchio e gli strumenti del telescopio Hubble sono ospitati all'interno di un guscio in alluminio leggero, progettato per garantire la massima protezione e stabilità. Questo guscio, insieme al telo isolante, fornisce un ambiente sicuro per il telescopio durante le missioni nello spazio. Inoltre, un telaio in fibra di carbonio mantiene saldamente gli strumenti al loro posto, evitando movimenti indesiderati che potrebbero compromettere la precisione delle osservazioni.
Combattere l'umidità e il rischio di formazione di ghiaccio
Un'altra sfida affrontata nel sistema del veicolo del telescopio Hubble era il rischio di formazione di ghiaccio sugli strumenti a causa del vapore acqueo assorbito dal telaio in fibra di carbonio. Per evitare questa situazione, è stata eseguita una pulizia con azoto prima del lancio, eliminando ogni traccia di umidità. Questo ha garantito che gli strumenti del telescopio rimane assolutamente puliti e pronti per l'osservazione.
Il carbonio è uno degli elementi chimici più importanti presenti nell'universo. È uno degli elementi fondamentali per la vita sulla Terra, essendo la base delle molecole organiche e dei composti organici che costituiscono i viventi. Ma il carbonio non è solo un elemento essenziale per la vita, è anche presente in molte altre forme in tutto l'universo, come ad esempio nelle stelle, nelle galassie e nei pianeti.
Tuttavia, quando si parla di carbonio in relazione agli strumenti astronomici, la situazione è un po' diversa. Il carbonio può essere un nemico per i telescopi e gli strumenti astronomici, in particolare quando si parla di ottica. Le particelle di carbonio possono depositarsi sulla superficie degli specchi e delle lenti, causando problemi di riflessione e distorsione delle immagini. Questo può influire negativamente sulla qualità delle osservazioni astronomiche e rendere difficile l'analisi dei dati raccolti.
Per evitare questo problema, è fondamentale mantenere gli strumenti astronomici puliti e privi di qualsiasi traccia di carbonio. Una delle tecniche utilizzate per la pulizia degli strumenti è quella dell'azoto. L'azoto è un gas inerte e non reagisce con il carbonio, quindi può essere utilizzato per eliminare ogni traccia di umidità e particelle di carbonio dagli strumenti.
Prima del lancio di un telescopio o di un satellite, viene eseguita una pulizia con azoto. Questo processo prevede l'iniezione di azoto all'interno degli strumenti per eliminare ogni traccia di umidità e pulire le superfici dagli eventuali depositi di carbonio. L'azoto viene iniettato con una pressione controllata e rimane all'interno degli strumenti per un determinato periodo di tempo, in modo da garantire una pulizia completa.
Questa pulizia con azoto è di fondamentale importanza per garantire la qualità delle osservazioni astronomiche. Gli strumenti, come gli specchi e le lenti, devono essere assolutamente puliti per garantire una riflessione ottimale della luce proveniente dagli oggetti celesti. Solo in questo modo sarà possibile ottenere immagini nitide e dettagliate, necessarie per l'analisi scientifica.
L'incredibile potenza dei sistemi di elaborazione a bordo dell'Hubble Space Telescope
Benvenuti sul nostro blog dedicato all'Hubble Space Telescope, uno dei telescopi spaziali più iconici e rivoluzionari della storia dell'astronomia! Oggi vogliamo svelarvi uno dei segreti dietro il successo di questa meraviglia tecnologica: i suoi potenti sistemi di elaborazione a bordo.
Fin dai suoi primi giorni, l'HST ha dimostrato di essere all'avanguardia nel campo dell'elaborazione dati spaziali. I suoi primi due computer primari, un DF-224 e due NSSC-1, rappresentavano il meglio della tecnologia dell'epoca. Il DF-224, costruito da Rockwell Autonetics, era dotato di tre CPU ridondanti, garantendo così una maggiore affidabilità e stabilità. Nel frattempo, i due NSSC-1, sviluppati da Westinghouse e dal GSFC, utilizzavano transistor a diodi logici, noti come DTL, per garantire prestazioni ottimali.
Ma l'Hubble non si è fermato qui. Durante la sua prima missione di servizio nel 1993, è stato aggiunto un co-processore per il DF-224, che ha portato a un enorme miglioramento delle sue capacità di calcolo. Questo co-processore era basato su due processori ridondanti Intel 80386, accompagnati da un co-processore matematico 80387. L'aggiornamento ha permesso all'HST di gestire complesse operazioni scientifiche con una velocità e una precisione ancora maggiori.
Ma non sono solo i computer primari a svolgere un ruolo fondamentale nell'Hubble. Alcuni degli strumenti scientifici a bordo del telescopio utilizzano i propri sistemi di controllo basati su microprocessori. Ad esempio, i componenti MATs (Multiple Access Transponder), MAT-1 e MAT-2, sono dotati di microprocessori Hughes Aircraft CDP1802CD, che consentono loro di comunicare in modo efficiente con la Terra e di trasmettere i dati scientifici raccolti.
Inoltre, la Wide Field and Planetary Camera (WFPC) utilizza un microprocessore RCA 1802 per gestire le sue funzionalità. Durante la missione di servizio 1 nel 1993, la WFPC-1 è stata sostituita dalla WFPC-2, che ha portato a un ulteriore miglioramento delle capacità di acquisizione di immagini
Gli strumenti rivoluzionari dell'Hubble: uno sguardo nel cuore dell'universo
Cari lettori,
oggi vogliamo parlarvi di uno dei più grandi successi nella storia dell'astronomia: il telescopio spaziale Hubble. Lanciato nel 1990, l'Hubble ha rivoluzionato la nostra comprensione dell'universo, fornendo immagini e dati scientifici di straordinaria precisione. Ma cosa rende così speciale questo telescopio? E quali strumenti incredibili ha portato con sé al momento del lancio?
L'Hubble è stato dotato di cinque strumenti scientifici di ultima generazione, che hanno permesso agli scienziati di esplorare l'universo in modi mai visti prima. Il primo strumento di cui vogliamo parlarvi è la Wide Field and Planetary Camera (WF/PC). Questa telecamera ad alta risoluzione è stata progettata per osservazioni ottiche e disponeva di un set di 48 filtri che isolavano le linee spettrali di particolare interesse astrofisico. Dotata di 8 sensori CCD suddivisi in 2 fotocamere, ogni CCD aveva una risoluzione di 0,64 megapixel. La "wide field camera" (WFC) offriva un ampio campo angolare, mentre la "planetary camera" (PC) permetteva di ottenere immagini a una lunghezza focale più grande, conferendo loro una maggiore potenza.
Un altro strumento fondamentale dell'Hubble era il Goddard High Resolution Spectrograph (GHRS). Progettato per operare nell'ultravioletto, il GHRS poteva ottenere una risoluzione spettrale incredibile di 90000. Questo strumento ha permesso agli scienziati di studiare le caratteristiche spettrali di oggetti celesti con un livello di dettaglio senza precedenti.
La Faint Object Camera (FOC) e il Faint Object Spectrograph (FOS) erano invece ottimizzati per le osservazioni nell'ultravioletto e offrivano la massima risoluzione spaziale disponibile sull'Hubble. Questi strumenti utilizzavano il sistema DigiCon a contatori di fotoni, che offriva prestazioni superiori rispetto ai sensori CCD. Grazie a questi strumenti, gli scienziati hanno potuto studiare fenomeni come nebulose, stelle giovani e regioni di formazione stellare in dettaglio.
I fotoni sono particelle elementari che costituiscono la luce e altre radiazioni elettromagnetiche. Essi sono privi di massa e carica elettrica, ma possiedono energia e momento. La loro natura quantistica li rende delle entità particolari, in quanto possono comportarsi sia come particelle che come onde.
Nel campo della ricerca scientifica, i fotoni hanno un ruolo fondamentale. Infatti, sono utilizzati per studiare e analizzare i fenomeni che avvengono nell'universo. Uno strumento di osservazione molto utilizzato è il telescopio, che raccoglie i fotoni provenienti da oggetti celesti e li converte in immagini o dati che possono essere analizzati dagli scienziati.
Nel passato, i telescopi utilizzavano i sensori CCD (Charge-Coupled Device) per rilevare i fotoni. Questi sensori sono costituiti da una matrice di piccoli elementi fotosensibili, che catturano la luce e la convertono in segnali elettrici. Tuttavia, i CCD presentano alcune limitazioni, come il rumore di fondo e la bassa sensibilità alla luce.
Negli ultimi anni, sono stati sviluppati nuovi sensori chiamati CMOS (Complementary Metal-Oxide-Semiconductor), che offrono prestazioni superiori rispetto ai CCD. I sensori CMOS sono in grado di rilevare anche fotoni deboli, garantendo una maggiore sensibilità e una migliore qualità delle immagini.
Grazie a questi nuovi strumenti, gli scienziati hanno potuto studiare fenomeni celesti in modo più dettagliato. Ad esempio, è stato possibile osservare le nebulose, che sono enormi nubi di gas e polveri nello spazio. I fotoni provenienti da queste nebulose vengono catturati dai sensori CMOS e trasformati in immagini che mostrano la loro struttura e composizione.
Le nebulose sono enormi formazioni di gas e polveri presenti nello spazio interstellare. Queste nubi cosmiche, composte principalmente da idrogeno e elio, sono estremamente estese e possono raggiungere dimensioni che vanno dai pochi anni luce fino a centinaia di anni luce. Grazie alla loro composizione, le nebulose rappresentano dei veri e propri laboratori cosmici in cui si formano e si evolvono le stelle.
Le nebulose possono essere classificate in diverse categorie in base alle caratteristiche che le contraddistinguono. Una delle tipologie più conosciute è la nebulosa di emissione, che si forma quando l'energia delle stelle giovani e calde ionizza il gas circostante, facendolo brillare. Questa ionizzazione provoca l'emissione di luce in diverse lunghezze d'onda, che possono essere catturate e analizzate dai sensori CMOS.
Grazie all'utilizzo dei sensori CMOS, gli astronomi possono studiare in dettaglio la struttura e la composizione delle nebulose. Ad esempio, le immagini ottenute possono rivelare la presenza di filamenti oscuri all'interno delle nebulose, che sono costituiti da polveri interstellari e possono nascondere la formazione di nuove stelle. Inoltre, l'analisi spettrale delle immagini permette di identificare gli elementi chimici presenti nella nebulosa e di studiare i processi fisici che avvengono al suo interno.
Le immagini delle nebulose ottenute grazie ai sensori CMOS sono di grande importanza per la comprensione dell'Universo e per l'avanzamento della ricerca astronomica. Queste fotografie ci permettono di ammirare la bellezza e la complessità delle formazioni cosmiche, ma soprattutto ci offrono preziose informazioni sulle dinamiche che caratterizzano la nascita e l'evoluzione delle stelle.
I sensori CMOS: una finestra sul cosmo e sulla formazione stellare
Benvenuti nel nostro blog dedicato all'affascinante mondo dell'astronomia! Oggi vogliamo parlarvi di uno strumento fondamentale per lo studio delle stelle giovani e delle regioni di formazione stellare: i sensori CMOS. Scopriamo insieme come questi strumenti rivoluzionari ci permettono di analizzare le caratteristiche fisiche e chimiche delle stelle e di aprirci a nuove scoperte nel campo dell'astrofisica.
I sensori CMOS e l'Hubble
I sensori CMOS hanno rappresentato una vera e propria svolta nella ricerca astronomica, soprattutto per quanto riguarda il celebre telescopio spaziale Hubble. Grazie a questi strumenti, l'Hubble è stato in grado di osservare le stelle giovani con una precisione mai vista prima, permettendoci di svelare i segreti della formazione stellare. I fotoni provenienti da queste stelle vengono rilevati in modo estremamente preciso dai sensori CMOS, consentendo agli scienziati di analizzare le loro caratteristiche fisiche e chimiche in dettaglio. Questo ci ha permesso di approfondire la comprensione dei processi di formazione stellare, contribuendo a rispondere a domande fondamentali sulla nascita delle stelle.
L'importanza delle stelle giovani
Le stelle giovani sono oggetti di grande interesse per gli astronomi, poiché rappresentano una fase cruciale nella vita di una stella. Attraverso lo studio delle stelle giovani, siamo in grado di comprendere meglio come si formano, come si evolvono e come influenzano l'ambiente circostante. Grazie ai sensori CMOS, possiamo analizzare le caratteristiche fisiche e chimiche di queste stelle in modo accurato e dettagliato, permettendoci di tracciare il loro percorso evolutivo e di apprendere di più sulle dinamiche che regolano l'universo.
Le applicazioni dei sensori CMOS nelle regioni di formazione stellare
Ma non è tutto: i sensori CMOS hanno trovato anche applicazioni molto interessanti nello studio delle regioni di formazione stellare. Queste regioni, caratterizzate da densi nuvoli di gas e polveri.
Le straordinarie scoperte del telescopio spaziale Hubble: un viaggio nel mistero dell'universo
Benvenuti, amici appassionati di astronomia! Oggi voglio condurvi in un viaggio affascinante nel meraviglioso mondo delle scoperte compiute dal telescopio spaziale Hubble. Questo strumento rivoluzionario ha cambiato per sempre la nostra comprensione dell'universo, svelando segreti e misteri che ci hanno stupito e affascinato. Vediamo insieme alcune delle scoperte più significative che il telescopio Hubble ha reso possibili.
Determinazione dell'età dell'universo
Grazie alla precisione senza precedenti del telescopio Hubble, gli scienziati sono stati in grado di misurare con maggior precisione l'età dell'universo. I loro studi hanno stimato che il nostro universo ha circa 13,8 miliardi di anni. Questo dato ci ha permesso di capire meglio come si sia evoluto nel corso del tempo e come si sia formato.
Esistenza dei buchi neri supermassicci
Il telescopio Hubble ha fornito prove inconfutabili dell'esistenza dei buchi neri supermassicci al centro delle galassie. Attraverso le sue osservazioni, gli scienziati hanno potuto studiare le stelle che orbitano intorno a questi misteriosi oggetti e rilevare il loro enorme effetto gravitazionale sulla luce delle galassie circostanti. Questa scoperta ha aperto nuovi orizzonti nella nostra comprensione dei buchi neri e del loro ruolo nell'evoluzione galattica.
Rivelazione delle galassie più remote
Grazie al telescopio Hubble, gli astronomi hanno potuto osservare galassie mai viste prima, le più distanti mai scoperte. Le immagini catturate da Hubble ci hanno mostrato galassie che risalgono all'inizio dell'universo, rivelando la sua giovinezza e la sua evoluzione nel corso dei millenni. Queste osservazioni ci hanno permesso di fare un salto indietro nel tempo e di comprendere meglio come si siano formate e come abbiano influenzato l'universo in cui viviamo.
Il nucleo della galassia a spirale M100, fotografata con l'Hubble prima e dopo l'installazione delle ottiche correttive
Misurazione dell'espansione dell'universo
Utilizzando le supernovae come "candele standard", il telescopio Hubble ha contribuito a misurare l'espansione dell'universo. Le supernovae sono stelle che esplodono in modo molto luminoso, diventando così visibili anche a distanze molto grandi. Questo tipo di esplosione segue un andamento prevedibile, quindi è possibile utilizzare la loro luminosità per calcolare la loro distanza dalla Terra.
Il telescopio Hubble, lanciato nello spazio nel 1990, ha permesso di osservare le supernovae in modo molto dettagliato e di misurare con precisione la loro luminosità. I dati raccolti hanno indicato che le supernovae distanti apparivano più deboli di quanto ci si aspettasse. Questa scoperta, avvenuta negli anni '90, ha portato all'ipotesi che l'universo non solo si stia espandendo, ma che l'espansione si stia accelerando.
Questa scoperta ha avuto un enorme impatto sulla nostra comprensione dell'universo. Infatti, prima di questa scoperta, si credeva che l'espansione dell'universo fosse rallentata a causa della forza di gravità, che avrebbe dovuto frenare il moto delle galassie. Tuttavia, i dati raccolti dal telescopio Hubble hanno dimostrato che l'espansione non solo sta continuando, ma si sta addirittura accelerando.
Questa scoperta ha portato all'introduzione di una nuova forma di energia chiamata energia oscura. Si ritiene che l'energia oscura sia responsabile di questa accelerazione dell'espansione dell'universo. Tuttavia, la sua natura e origine sono ancora in gran parte sconosciute e oggetto di intensi studi scientifici.
L'espansione accelerata dell'universo ha anche implicazioni profonde per il suo futuro. Si ritiene che, a causa di questa accelerazione, le galassie distantisi sempre di più l'una dall'altra, raggiungeranno un punto in cui saranno così lontane da non poter più interagire tra loro. Questo evento, chiamato "Big Freeze" o "Big Rip", segnerebbe la fine dell'universo come lo conosciamo.
In conclusione, grazie alle misurazioni dell'espansione dell'universo effettuate utilizzando le supernovae come "candele standard" con il telescopio Hubble, siamo giunti a scoprire che l'espansione non solo sta continuando, ma si sta addirittura accelerando.
Hubble Space Telescope: Lanciato nel 1990, Hubble ha rivoluzionato l’astronomia con le sue immagini incredibilmente dettagliate dell’universo.
Chandra X-ray Observatory: Questo telescopio osserva raggi X da sorgenti ad alta energia nell’universo, come resti di supernova e buchi neri.
Spitzer Space Telescope: Lanciato nel 2003, Spitzer osserva l’universo nella luce infrarossa, che può rivelare oggetti nascosti nelle regioni polverose dello spazio.
Kepler Space Telescope: Kepler è stato progettato per cercare esopianeti, o pianeti al di fuori del nostro sistema solare.
James Webb Space Telescope: Previsto per il lancio nel 2021, il James Webb sarà il telescopio spaziale più potente mai costruito, con l’obiettivo di osservare le prime galassie formatesi nell’universo.
Fermi Gamma-ray Space Telescope: Fermi osserva l’universo nei raggi gamma, la forma di luce più energetica.
Planck Space Observatory: Planck è stato progettato per studiare la radiazione cosmica di fondo, la luce più antica dell’universo.
Herschel Space Observatory: Herschel ha osservato l’universo nella luce infrarossa e sub-millimetrica, rivelando dettagli nascosti delle regioni di formazione stellare.
Gaia Space Observatory: Gaia sta mappando le posizioni e le velocità di un miliardo di stelle nella nostra Galassia, la Via Lattea.
Swift Gamma-Ray Burst Mission: Swift è progettato per rilevare e studiare le esplosioni di raggi gamma, alcuni dei fenomeni più potenti dell’universo.
Hubble Space Telescope: Lanciato nel 1990, Hubble ha rivoluzionato l’astronomia con le sue immagini incredibilmente dettagliate dell’universo.
Chandra X-ray Observatory: Questo telescopio osserva raggi X da sorgenti ad alta energia nell’universo, come resti di supernova e buchi neri.
Spitzer Space Telescope: Lanciato nel 2003, Spitzer osserva l’universo nella luce infrarossa, che può rivelare oggetti nascosti nelle regioni polverose dello spazio.
Kepler Space Telescope: Kepler è stato progettato per cercare esopianeti, o pianeti al di fuori del nostro sistema solare.
James Webb Space Telescope: Previsto per il lancio nel 2021, il James Webb sarà il telescopio spaziale più potente mai costruito, con l’obiettivo di osservare le prime galassie formatesi nell’universo.
Fermi Gamma-ray Space Telescope: Fermi osserva l’universo nei raggi gamma, la forma di luce più energetica.
Planck Space Observatory: Planck è stato progettato per studiare la radiazione cosmica di fondo, la luce più antica dell’universo.
Herschel Space Observatory: Herschel ha osservato l’universo nella luce infrarossa e sub-millimetrica, rivelando dettagli nascosti delle regioni di formazione stellare.
Gaia Space Observatory: Gaia sta mappando le posizioni e le velocità di un miliardo di stelle nella nostra Galassia, la Via Lattea.
Swift Gamma-Ray Burst Mission: Swift è progettato per rilevare e studiare le esplosioni di raggi gamma, alcuni dei fenomeni più potenti dell’universo.
TESS: Questo telescopio spaziale della NASA, per l'esplorazione, un invito a scrutare oltre i confini conosciuti.
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